Nel sud dipinto di blu...



Un film sfortunato questo LA SBANDATA che, pur avendo tutte le qualita' per diventare un hit nel 1974 (un'appetitosa Eleonora Giorgi al massimo della forma, bianca e liscia come porcellana, Domenico Modugno nel ruolo principale e Samperi alla regia, reduce dalla sbornia colossale dei due miliardi e passa incassati al botteghino con MALIZIA), per motivi difficilmente spiegabili ha fallito il decollo ed e' rimasto in un cantuccio, ignorato dal pubblico e stroncato dalla critica, a raccoglier polvere prima nei magazzini dei distributori poi nelle videoteche.
Le cose si sono messe male per LA SBANDATA gia' prima dell'uscita nelle sale quando Samperi misteriosamente ne ricusa la paternita' facendolo firmare ad Alfredo Malfatti, fino ad allora (e da allora in seguito) poco noto documentarista.
Eppure, nonostante la retromarcia del regista, il "tocco Samperi" e' evidentissimo nel corso di tutta la pellicola nelle frequenti picchiate voyeuristiche della cinepresa su reggicalze e mutandine, nell'intrigo erotico "parentale" tutto svolto tra le mura domestiche e nelle frecciate politiche rare ma velenose. C'e' pure un'ironica autocitazione nella sequenza in cui la Giorgi, coperta di regali dallo zio Modugno appena rientrato in Sicilia dopo aver fatto fortuna negli USA, e' esortata dai genitori a contraccambiare con un soave "Grazie zio".
Modugno, solitamente dongiovanni a parole nei varieta' dell'epoca, ha modo qui di rendere piu' esplicito il suo personaggio pubblico rimestando a piene mani tra tette e culi di nipotina e cognata arrivando, in un momento di focosa passione, a fellare un delicato piedino della Giorgi per poi ingoiarlo quasi interamente (!!!). Una serie di piccole notazioni e tic, uniti al consumato mestiere dell'interprete, contribuiscono inoltre a rendere il personaggio dello "zio d'America" insolitamente profondo ed umano.
L'ex Bond girl Luciana Paluzzi e Pippo Franco, entrambi in versione "sicula" completano il cast.
LA SBANDATA e' uno dei rari esempi di quella cinematografia a cavallo tra il trash e il mainstream che definirei "di confine", e gli estimatori dell'una e dell'altra categoria troveranno certamente piu' di un motivo per godersi il film.





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