Emanuelle in America (1976)

Sicuramente non basterebbe un numero di Cinema Ambra a contenere la filmografia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi), paladino del Trash e consolazione suprema degli amanti del cinema Bis. Pur con una spiccata predilezione per il genere erotico, il talento onnivoro di D'Amato ha rivisitato in versione economica i filoni piu' disparati, sfruttando con astuzia e innegabile abilita' le tendenze manifestate negli ultimi venticinque anni dalla cinematografia internazionale.
Quella delle Emanuelle (con una emme sola) e' stata probabilmente la serie di pellicole piu' nota tra la vasta produzione di D'Amato: una piccola modifica al nome della protagonista e' bastata per beneficiare di parte del clamoroso successo tributato dal pubblico all'originale Emmanuelle (con due emme) di Jaeckin.
Per la verita' il personaggio di Emanuelle, interpretato dall'affascinante attrice indo-olandese Laura Gemser, apparve per la prima volta nel film Black Emanuelle del 1975 diretto da Bitto Albertini, ma solo grazie alle successive regie di D'Amato esso si e' definito compiutamente, staccandosi dal modello originale un po' amorfo e passivo incarnato da Sylvia Kristel per avvicinarsi per certi versi a Valentina, agguerrita e indipendente protagonista dei fumetti di Crepax.
Emanuelle in America, seconda puntata della serie diretta da D'Amato, vede la nostra eroina impegnata in diverse brevi avventure erotico-spionistiche non strettamente collegate tra loro che si dipanano dall'America alle Antille, dall'Italia (Venezia) all'Africa. Le storie -non particolarmente originali- portano Emanuelle, fotoreporter d'assalto per conto di un quotidiano newyorchese, a cacciarsi nelle situazioni piu' rischiose (traffico d'armi, snuff movies, prostituzione maschile d'alto bordo) per uscirne immancabilmente con scoop sensazionali carpiti grazie a sottili astuzie erotiche e alla fida fotocamera in miniatura, penosamente dissimulata in un pacchiano scarto di bigiotteria e ingenuamente maneggiata alla stregua di una Nikon (vedi foto 1).
Il piglio energico di Joe D'Amato riesce comunque a rendere interessante il film mediante un montaggio serrato e trovate spesso divertenti. Gia' un paio di minuti dopo i titoli di testa Emanuelle si ritrova in balia di un violento psicopatico di cui si sbarazzera' in breve con poche frasi di filosofia spicciola e una sapiente prestazione sessuale.
Spicca la breve apparizione di un'ancor poco nota Marina Frajese, fresca di divorzio dal giornalista RAI Paolo Frajese, in una demenziale scenetta genere "Io Tarzan tu Jane", e c'e' da segnalare anche la momentanea rentrče di Roger Browne, clone bondiano di innumerevoli 007 all'italiana negli anni '60, che presta il faccione mentuto a un losco trafficante di filmini snuff. Non si puo' fare a meno di notare, a proposito di snuff movies, quanta cura e quanta sadica malizia abbia impiegato il regista nella ricostruzione di questi, avvalendosi degli effetti speciali veramente impressionanti di Giannetto de Rossi che, supportati da una tecnica di ripresa fintamente amatoriale e da un'artificiale usura della pellicola rendono il prodotto davvero difficile da digerire.
L'hardcore, cui Joe D'Amato dedichera' una buona meta' degli anni '80, occhieggia impaziente qua e la' nel corso del film ed e' a stento tenuto a freno dal regista che, annusata l'aria, pare aspettare soltanto il rassegnato Nulla Osta della censura per lanciarsi a capofitto nell'ufficialmente inesplorato e remunerativo business.
La presenza, usuale per i prodotti marca D'Amato, di Gabriele Tinti (compagno all'epoca anche nella vita di Laura Gemser) e di Paola Senatore conferisce, se mai ce ne fosse bisogno, un ulteriore "certificato di garanzia" ad un film che nessun serio trashofilo dovrebbe farsi sfuggire.
Emanuelle in America e' stato distribuito dalla leggendaria Mitel e successivamente e' comparso nelle edicole in una collana a cura della Metis Edizioni.

 

 

Foto dal film:
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Laura Gemser:
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