Sai cosa faceva Stalin alle donne? (1969)



Gia' per il titolo questo film meriterebbe d'ufficio un passaggio a Cinema Ambra. E poi, trattandosi di un'opera di satira politica, costituisce assieme alla pellicola di Fulci un ottimo doppio programma.
Giorni fa, nel corso di un'intervista a proposito del nuovo inno commissionatogli dal PDS, Ennio Morricone dichiaro', riferendosi a questo film, di aver composto la colonna sonora per (parole sue) l'unico film di destra prodotto in Italia. Accipicchia, mi son detto, ma il regista Maurizio Liverani non era critico cinematografico dell'Unita'?!? E preso dal dubbio ho scartabellato e rimestato tra mucchi di riviste ormai a brandelli fino a ripescare un paio di articoli chiarificatori: in effetti il Liverani scrisse fino a meta' anni'60 per l'Unita', allontanandosene poi a causa di non meglio precisati motivi ideologici. Morricone comunque deve essere un uomo piuttosto all'antica per bollare oggi come "di destra" un'operina traballante e mattacchiona come la presente. E' un po' come accusare di fascismo i Gemelli Ruggeri o il comico Ferrini...
E proprio la macchietta vetero-comunista di Ferrini e' il primo termine di paragone che viene in mente assistendo nel film alle vicende di Benedetto (l'attore Benedetto Benedetti, che originale!), uomo prono al Partito e alla sua ideologia a tal punto da assumere addirittura le sembianze fisiche di Stalin. Un fotoreporter cinico e disilluso (interpretato da Helmut Ludwig Berger) lo accompagna nel suo strano e simbolico viaggio tra set cinematografici, uffici di dirigenti e antichi castelli.
C'e' da dire che la pellicola risulta in parecchi momenti piuttosto oscura ed ermetica e la recitazione artificiale, godardiana imposta agli attori sembra, in un'opera d'esordio, piuttosto un paravento per professionalita' carenti che non una scelta artistica. Helmut Berger a tratti pare addirittura non capire il senso delle battute che declama, mentre la sensualissima Margaret Lee farfuglia non doppiata folli filastrocche nel suo incantevole slang anglo-italiano, gettando le basi del personaggio della straniera svampita di cui si appropriera' in seguito, con molto piu' successo, Edwige Fenech.
Se il senso generale latita e i dialoghi alla lunga annoiano, il look del film e' al contrario piuttosto interessante: le ambientazioni sono originali e simpaticamente pop e i costumi talmente vari da far sospettare il saccheggio di una sartoria teatrale.
Molto divertente il finale zelighiano che vede Benedetto, scosso dalla notizia della morte di Stalin, assumere in breve tempo le sembianze di Ho Ci Min...
Nonostante alcune pretenziose dichiarazioni dell'autore il film fu un fiasco totale rastrellando al botteghino una cifra misera anche per l'epoca (67 milioni). Liverani ebbe modo qualche anno piu' tardi di dirigere un'altra ancor piu' fragile pellicola prima di abbandonare definitivamente la professione.

Naturalmente anche questa pellicola e' courtesy of Mediaset... Fuori Orario, ci sei?






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